All poems are translated from the Italian and come from Comunità assoluta /Absolute Community, Published by Lampi di Stampa, 2008
dialogo2
– adesso che fai?
– mi tolgo le scarpe.
– prenderai freddo ai piedi.
– siamo sulla spiaggia, credi?
– ah già.
– certo, la sabbia, di per sé, non è calda.
– ma siamo in estate.
– vero.
– c’è il sole.
– puoi camminare fino al bagnasciuga.
– e poi?
– poi dovrai fermarti.
– perché l’acqua è fredda?
– no, perché potresti bagnarti i pantaloni.
– porto la gonna.
– ah già.
– posso alzarla sopra i polpacci e bagnarmi i piedi.
– non avrai freddo?
– è estate!
– ma l’acqua non è calda di per sé.
– dici?
– però mi sembra “un brodo”.
– (ride)
– allora vado.
– vai. ma poi torni?
– se non mi rapisce un mostro marino!
– hai fatto qualcosa di spiacevole agli dèi?
– eh?
– niente. aspetta.
– come tornerai indietro?
– così come sono andata avanti.
–io ho paura del mare, sai. mi sembra che il mare non ci voglia dentro, che le onde vadano nella direzione in cui vanno per respingerci quando ci azzardiamo ad entrare.
– il mare ci respinge?
– secondo me il mare è MASCHIO.
– allora forse io gli piaccio.
– tu sei bella.
– grazie.
– stai attenta alle tracine però.
– vuoi che metta i sandaletti.
– a questo punto tieniti le scarpe.
– sono di pelle, mi si rovinano. col sale.
– ma allora…
– cosa?
– scusa tu che animale sei? io ti considero “scamosciata”.
– hai una pelle così bella, il sale non la rovina?
– speriamo di no.
– se il sale la consuma, non avrai più i piedi, né i polpacci. e ti si bagnerà la gonna.
– allora la tolgo!
– ma c’è gente.
– embeh? siamo in spiaggia.
– fammi vedere. hai delle belle gambe.
– grazie. ora vado. voglio sentire l’acqua.
– aspetta.
– che?
– io ti aspetto qui.
– aspettami. (lo bacia sul viso)
– aspetta. ho paura che il sale ti mangi le gambe.
– ho paura del mare.
– io no.
– perché?
– perché non mi ha mai fatto nulla di male.
– a me neppure. torni?
– la finisci? mi puoi guardare pure da qui.
– e se vai sotto?
– trattengo il fiato?
– e poi, quando finisce?
– lo riprendo.
– puoi farlo sempre, questo gioco?
– finché son viva, sì.
– c’è sempre aria da riprendere.
– suppongo, non lo so.
– e poi?
– poi che?
– quando sei morta. come fai?
– quando sono morta, poco m’importa se sono sopra al mare o sotto!
– a me importa. io voglio vederti.
– da morta?
– sì.
– un po’ macabre, non trovi?
– forse.
– ora vado.
– ciao.
– a dopo.
– dopo cosa?
dialogue2
– now what are you doing?
– I’m taking my shoes off.
– your feet’ll be cold.
– we’re on the beach, though, aren’t we?
– oh yeah, right.
– of course, sand isn’t hot in and of itself.
– but it’s summer.
– true.
– the sun’s out.
– you can walk down to the shore.
– and then?
– then you’ll have to stop.
– because the water’s cold?
– no, because you might get your pants wet.
– I’m wearing a skirt.
– oh right.
– I can lift it above my calves and dip my feet in.
– it won’t be too cold?
– it’s summer!
– but water isn’t hot in and of itself.
– you don’t think so?
– well it does look like a “broth,” I guess.
– (laughter)
– alright, I’m going now.
– go. but will you come back?
– not if a sea monster gets me!
– did you do something to upset the gods?
– huh?
– nothing. hold on.
– how will you come back?
– the same way I got there.
– I’m afraid of the ocean, you know. I always think the ocean doesn’t want us in it, that the waves come at us the way they do so they can push us away whenever we try our luck.
– the ocean pushes us away?
– if you ask me the ocean is MALE.
– well then maybe it’ll like me.
– you’re beautiful.
– thanks.
– look out for the weeverfish, though.
– do you want me to put sandals on?
– at this point you could just stick with your shoes.
– they’re leather though, they’ll be ruined, by the salt.
– then in that case…
– what?
–wait, what animal are you again? I see you as a chamois.
–you have such a beautiful hide, won’t the salt ruin it?
–let’s hope not.
–if the salt eats it away you’ll have no feet anymore, or calves, and you’ll get your skirt wet.
–fine then, I’ll take it off!
–but there’s people around.
–your point? we’re at the beach.
–let me see. you have beautiful legs.
–thanks. I’m going now. I want to feel the water.
–wait.
–what?
–I’ll wait for you here.
–wait for me. (she kisses his cheek)
–wait. I’m worried the salt will eat your legs.
–I’m afraid of the ocean.
–I’m not.
–why not?
–because it’s never done me any harm.
–me neither. will you come back?
–will you quit it? you can see me from where we’re standing.
–and if you go under?
– I’ll hold my breath?
–and once it’s gone?
–I’ll take another
–and you can keep it up forever, this little trick?
–as long as I’m alive, sure.
–there’s always more air to take in.
–I guess, I don’t know.
–and after that?
–after what?
–once you’re dead. how will you manage?
–once I’m dead what’s it matter to me if my head’s above or below the water!
–it matters to me. I want to see you.
–after I’m dead?
–yes.
–that’s a little morbid, don’t you think?
–maybe.
–I’m going.
–bye.
–see you after.
–after what?
dialogo 3
– ci sono cadaveri ovunque
– da’ loro del pane!
– dici che hanno fame?
– hanno la bocca aperta.
– forse vogliono parlare.
– meglio mangiare che parlare.
– credi?
– sì
– mi dai un bacio?
– neanche per sogno
– perché? cattiva!
– c’è troppa genta.
– ma sono tutti morti.
– si ma hanno gli occhi aperti.
– ci mettiamo una mano davanti alla bocca.
– dovremmo avere mille mani da mettere davanti ai loro occhi piuttosto.
– due mani valgono per mille, basta metterle nella giusta posizione.
– e qual è la giusta posizione?
– quella che copra il bacio.
– lo capiranno lo stesso che ci baciamo.
– forse hai ragione. ci guardano da troppo angolazioni.
– possiamo dargli fuoco.
– soffocheremmo.
– credo anch’io.
– e se ci nascondiamo dietro quell’albero?
– quale?
– quello lì.
– no.
– perché?
– ho paura. li ci fanno la tana gli scoiattoli.
– hai ragione, a volte impazziscono.
– sì e poi hanno la rabbia. possiamo baciarci il prossimo inverno.
– perché il prossimo inverno?
– perché ci sarà la neve e coprirà i cadaveri.
– e gli scoiattoli?
– saranno in letargo. e poi non ci sarà bisogno di andare sotto l’albero allora.
– hai ragione.
– . . .
– ma farà freddo!
– il bacio ci scalderà.
– hai ragione.
– . . .
– ma è tra un sacco di tempo!
– possiamo aspettare.
– teniamo gli occhi aperti intanto.
dialogue 3
– there’s bodies everywhere.
– give them some bread!
– you think they’re hungry?
– their mouths are open
– maybe they want to talk.
– better to eat than talk.
– you think?
– yes.
– can I have a kiss?
– in your dreams.
– why not? meany!
– there’s too many people around.
– but they’re all dead.
– yeah, but their eyes are open.
– we’ll put a hand up over our mouths.
– but we’d need a thousand hands to block out all their eyes.
– two hands are worth a thousand, if you position them right.
– ok, and what would be the proper position?
– the position that blocks our mouths.
– they’ll know we’re kissing anyways.
– maybe you’re right. they’re watching from too many angles.
– we could burn them.
– we’d suffocate.
– yeah, I guess so.
– well what if we hide behind that tree?
– which tree?
– that one there.
– no.
– why not?
– I’m scared. that’s where the squirrels live.
– that’s true. sometimes they go ape–shit.
– yeah, plus they have rabies. we can kiss next winter.
– why next winter?
– because there’ll be snow, to cover the bodies.
– what about the squirrels?
– they’ll be hibernating. plus we won’t need to hide behind the tree.
– you’re right.
– . . .
– but it’ll be cold!
– our kisses will keep us warm.
– you’re right.
– . . .
– but that’s so long from now!
– we can wait.
– let’s keep our eyes peeled in the meantime.
dialogo4
– domani parto
– e dove vai?
– boh . . .
– come boh?
– non sai dove vai?
– all’aeroporto, credo.
– va beh ma dall’aeroporto prenderai un aereo.
– credo di sì.
– e non sai per dove?
– no. devo chiedere a mia madre.
– mammone! ti ha organizzato lei il viaggio?
– sì
– ma non sai dove??
– no. devo chiedere a mia madre.
– e se poi non ti piace?
– mamma conosce i miei gusti.
– sei sicuro?
– credo di sì.
– devi chiedere a mamma pure questo?
– forse.
– io ti piaccio?
– sei . . . sì, credo di sì, sei bella sei . . . viva . . .
– e meno male! che, mi volevi morta?
– no, no, ma voglio dire, nella tua faccia c’è la vita. la mia è statica non trovi?
– un po’ tristolina sì, ma sei un po’ un posatore.
– anche mamma me lo dice sempre. dice anche che sono falso.
– può darsi. ma non esserlo con me.
– e perché dovrei?
– infatti, non c’è motive. ti piacciono le mie gambe? non dirme che sono vive eh!
– sì, sono belle . . . sono sane.
– dàje . . . ma che sei, un medico? o io sono un cavallo?
– una cavalla al limite . . . che hai contro i cavalli?
– oh, nulla . . . nulla . . . ma insomma sei poco carino.
– che ti devo dire mi piaci, sei vivace, il tuo corpo è sano, è bello, è anche giovane. mi piace il tuo bacino il disegno del tuo ventre. mi piacciono le tue spalle, molto.
– grazie . . .
– prego.
– mi porti con te?
– dove?
– in viaggio.
– ma non so neanche dove vado!
– voglio venire lo stesso. mi piace parlare con te. è natural.
– cominci anche tu con la natura, la vita e la sanità?
– sì, mi hai contagiato. mi metterò un vestito chiaro per partire vuoi?
– sì. voglio essere sereno.
– faro tutto quello che vuoi.
– non parliamo tanto però, va bene?
– ti posso masturbare, con la mano, anche sull’aereo, ti piacerebbe?
– se sei delicate e se non ci vedono, sì.
– dai, sarò invisible . . . quando fa buio . . . o sotto il tavolino scorrevole dello spuntino
– però non mi devi guardare.
– ok. ti tocco solo con la mano.
– però . . . non so . . .
– cosa?
– vorrei non venire mai. poi sporco il sedile dell’aereo e mi sento a disagio.
– raccoglierò lo sperma nella mano, va bene?
– no, non voglio sporcare la tua mano.
– la pulirò con un fazzolettino dell’aereo!
– ma sei sicuro che lo sperma sia sporco?
– credo di sì, in genere se macchia un vestito lo si lava.
– certo.
– e poi non so, vorrei non arrivare mai. vorrei che il viaggio finesse mai e che mi tenessi in mano per sempre.
– capisco. lo vorrei anch’io.
– forse preferirei baciarti invece di questa cosa della masturbazione con la mano.
– che dici?
– davvero vuoi baciarmi? allora ti piaccio proprio!
– la tua bocca è espressiva. hai dei bei denti . . .
– e vai con i cavalla!
– cosa?
– niente niente scusa . . . che dicevi?
– che mi piace la tua bocca e vorrei sentire il tuo respire da vicino.
– sei dolce.
– sì . . . ?
– (annuisce) ora devo andare.
– come andare?
– devo andare, è ora.
– quando ci rivediamo?
– non lo so, devo partire, te l’ho datto.
– ma non dovevamo andare insieme?
– no, no, devo andare con un mio amico.
– chi?
– un mio amico, M, ti ricordi?
– ma non era morto?
– sì, ma si è ripreso pare, me lo ha detto mamma. e andiamo insieme.
– è tanto che non lo vedo. forse berrò il suo sperma.
– poi dovrai lavarti i denti.
– se è buono non me li lavo e quando torno ti do un bacio così lo senti anche tu.
– va bene?
– sei dolce.
– grazie, anche tu.
– ora ti salute.
– ciao, a presto.
dialogue4
– I’m leaving town tomorrow
– where to?
– not sure.
– what do you mean you’re not sure?
– you don’t know where you’re going?
– to the airport, I guess.
– right, but at the airport you’ll get on a plane, won’t you?
– yeah, I guess.
– and you don’t know where to?
– no. I have to ask my mom.
– what! mama’s boy! did she plan your trip for you?
– yes.
– but you don’t know where you’re going?
– no. I have to ask my mom.
– what if you don’t like the place?
– my mom knows what I like.
– are you sure?
– pretty sure, yeah.
– do you need to check with your mom on that one too?
– maybe.
– do you like me?
– you’re . . . yeah, I think so, you’re pretty, you’re . . . alive . . .
– well, lucky me! what, would you prefer me dead?
– no, no, I’m just saying, there’s life in your face. mine’s static, don’t you think?
– a little mopey I guess, yeah, but you’re a poser.
– my mom always tells me that too. and she says I’m a fake.
– that may be true. but don’t be a fake with me.
– why would I be?
– no, you’re right, there’s no reason. do you like my legs? and don’t just say they’re alive!
– I do, they’re great . . . they’re healthy.
– what the . . . what are you, a doctor? or maybe I’m a horse?
– well a mare, at least, you mean . . . what do you have against horses?
– oh nothing . . . nothing . . . you’re just a sweetheart, aren’t you?
– what do you want me to say, I like you, you’re lively, you have a healthy body, you’re young, you’re beautiful. I like your pelvis, the shape of your waist. I like your shoulders, a lot.
– thanks . . .
– you’re welcome.
– can I come with you?
– where?
– on your trip.
– but I don’t even know where I’m going!
– I still want to come. I like talking to you. it feels natural.
– don’t you start, too, with this nature, life and health business . . .
– sorry. I caught your cold. I’ll wear a light–colored dress for the trip, does that sound good?
– yeah, I want to feel relaxed.
– I’ll do whatever you want.
– we shouldn’t talk so much, though, alright?
– I could jack you off, with my hand, on the plane if you want, would you like that?
– if you’re gentle, and if no one sees us, yeah.
– oh come on, I’ll be invisible . . . we’ll do it in the dark . . . or under the tray table.
– fine, but you can’t look at me.
– fine, I’ll only touch you with my hand.
– that’s fine but . . . I don’t know . . .
– what?
– I’d never want to come. The plane seat would get all dirty and I’d feel awkward.
– so I’ll catch your come in my hand, is that ok?
– well, no, I wouldn’t want to get your hand dirty.
– so I’ll clean it with an airplane napkin!
– but are you sure that come is dirty?
– pretty sure, yeah. if you get it on your shirt you usually wash it, right?
– yeah, that’s true.
– and I don’t know, I’d never want to get there. I’d want the trip to go on and on and for you to hold me in your hand forever.
– yeah, I get that. I’d feel the same way.
– I guess I’d rather just kiss you than all this hand–job stuff.
– what do you think?
– you want to kiss me for real? then you must really like me!
– you have an expressive mouth. you have beautiful teeth . . .
– enough with the horses, god!
– what?
– nothing, nothing, I’m sorry . . . you were saying?
– that I like your mouth and I want to hear you breathe up close.
– you’re sweet.
– I am . . . ?
– (gives a nod) I’ve got to go now.
– what do you mean, go?
– I’ve got to go, it’s time for me to leave.
– when will I see you again?
– I don’t know. I’m leaving town, I told you.
– but wasn’t I supposed to come with you?
– no, no, my friend’s coming with me.
– who?
– my friend M, you remember him?
– but didn’t he die?
– yeah, but I guess he’s back. that’s what my mom told me, anyways. and he’s coming with me.
– I haven’t seen him in forever. maybe I’ll drink his cum.
– then you’ll have to clean your teeth.
– if it tastes good I’ll just leave it, then when you come back I’ll kiss you so you can taste it too.
– does that sound good?
– you’re sweet.
– thanks, you too.
– alright then, I’ll see you later.
– alright, see ya.
LORENZO CARLUCCI (1976, Rome) is featured in the latest edition of the Quaderno di poesia contemporanea italiana (Marcos y Marcos, 2015; Notebook of Contemporary Italian Poetry), a biennial publication edited by Franco Buffoni. He has published two poetry collections, La comunità assoluta (Lampi di Stampa, 2008) and Ciclo di Giuda e altre poesie (L’Arcolaio, 2008), and his third collection, Sono qui solo a scriverti e non so chi tu sia, is forthcoming from Camera Verde press. Carlucci holds a Ph.D. in mathematics from the University of Siena, a Ph.D. in computer science from the University of Delaware, and is a professor of mathematical logic at “La Sapienza” University of Rome.
For his translations from the Italian TODD PORTNOWITZ has received fellowships from the Academy of American Poets (Raiziss/de Palchi, 2015) and the Bread Loaf Translators’ Conference. His poems, translations and essays have appeared in Asymptote, Guernica, Poetry, Modern Poetry in Translation, PN Review AGNI and elsewhere. He lives and works in New York, where he co-hosts the reading series for writer-translators, Us&Them.